Dan Brown – Il simbolo perduto

Dan Brown - Il simbolo perdutoBene Il Codice da Vinci, benino Angeli e Demoni…Il simbolo perduto si poteva anche evitare. Indubbiamente Brown sa scrivere, o meglio sa come tenere alta la curiosità del lettore. Microcapitoli che si concludono con la curiosità di sapere cosa succede poi, storie parallele che si alternano. La prima metà del libro (o del mattone) scorre velocissima, il primo quarto della seconda metà è in frenata e l’ultima parte è uno sterrato in salita…ai limiti del grottesco e ridicolo.

Posto e considerato che romanzi come questo servono (almeno a me) per  prendere sonno, non mi aspetto un capolavoro di alta letteratura, ma una semplice e godibile storia. Su vari blog ci si spreca su quanto di vero è falso, ma in fondo chissenefrega, è un romanzo di fantasia, mica un trattato storico sulla massoneria e la fondazione degli Stati Uniti. E’ divertente la facilità con cui Brown trova le coincidenze cosmiche, leggi misteri ovunque. Da accanito lettore di Martin Mystéré (collezzione completa) sono abituato a questo tipo di “fantasia mysteriosa”. Ricordo un libro che ho letto da giovane dove le misure delle vecchie cabine telefoniche risultavano strettamente correlate alle misure della piramide di Giza. (il libro trattava il fatto che le coincidenze si possono trovare ovunque). Io stesso abito in via Dodiciville 12-C-9 3° piano…tutti multipli di 3! Chissà che attraverso casa mia non passi qualche linea di congiunzione di chissà quale mysteriosa setta! :-)

Il vero mistero nascosto nel libro è un abilissimo trattato di marketing su come vendere libri blockbuster!

I personaggi poi sono al limite del ridicolo. Langdon è praticamente assente come figura. Il cattivo di turno (prevedibile sin dall’inizio chi sia) è una caricatura ridicola e priva di qualsisi credibilità.

Ma la chicca è l’ultima parte, grottesca, ridicola, inconsistente, tirata, forzata, ecc. ecc.

Insomma una grande delusione.

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