Europa Cabaret, recensione da 2 cent

Europa Cabaret è il primo spettacolo a calendario della stagione teatrale 19/20 del Teatro Stabile di Bolzano benchè ormai, così come è vero che non ci sono più le mezze stagioni, l’offerta dello Stabile copre tutti i mesi dell’anno regalandoci sempre gradite sorprese.

Europa Cabaret è uno spettacolo anomalo. Non siamo a teatro ma al Centro Trevi in via Cappuccini. Gli spettacoli sono in realtà due che condividono scenografia, attori e ideali. Il primo dal titolo “Europa su Marte” di Roberto Cavosi diretto da Serena Sinigaglia, il secondo “La Diva Europa di Michele De Vita Conti diretto da Carlos Martin.

Il soggetto è ovviamente l’Europa e nelle intenzioni degli autori è europeista.

La prima parte, l’Europa su Marte, molto lunga e a tratti un po’ pesante, è un excursus storico fatto di personaggi storici raffazzonati con curiosi costumi che tentano di spiegare quanta “unione” europea ci sia sempre stata in Europa…a mio avviso senza però riuscirci. Anzi a me ha proprio trasmesso il messaggio opposto: quanta poca “unione” europea c’è sempre stata e…quanto poca ce ne è ora e quanta poca sempre ce ne sarà. Certo c’è sempre stata “tanta voglia” di unificare l’Europa allora come adesso per motivazioni più economiche che idealistiche. L’ Europa delle intenzioni c’è sempre stata…ma mai ci sarà o forse no.
I personaggi sono divertenti ma non troppo e forse un tocco di ironia e qualche battuta in più avrebbe aiutato ad alleggerire l’andamento della storia, non sempre semplice da seguire.

La seconda parte, “La Diva Europa” riesce meglio a mantenere alto il livello di attenzione, c’è più ironia, più ritmo e il messaggio qui diventa molto attuale e grottesco…come in effetti è la realtà dell’Europa di oggi. Si parla di migranti, di Dio e sempre di un Europa assente…tristemente nulla di nuovo.

Non nuovo ma molto piacevole l’espediente di uscire virtualmente dalla parte per interagire col pubblico di alcuni attori in particolare con il personaggio di Igor.

Se al termine della prima parte si arriva un po’ stremati, a testimonianza anche le battute degli attori, la seconda parte scorre molto velocemente grazie al ritmo più sostenuto.

Se le due opere in se non mi hanno convinto tantissimo per il messaggio, discorso diverso per l’interpretazione. Attori bravissimi formati da un cast internazionale. Su di tutti Marcela Serli regala dei personaggi veri e così estremi tra loro da sembrare impossibile credere che sia la stessa persona che li interpreta.

E come sempre è qui che poi avviene la magia del teatro. Non sempre uno spettacolo avvince e convince. E’ una questione molto soggettiva, fatta di percezioni e sensibilità personali. Parlare di Europa in una provincia dove si litiga per il nome della stessa è poi alquanto attuale e curioso.

Ma sempre il teatro vince e alla fine, seppur stanchi, ci si alza da una sedia con qualcosa in più e con il piacere di aver assistito a del bel teatro.

P.S.

Non sono un critico, non sono un giornalista, scrivo le emozioni personali che mi trasmette uno spettacolo.

Voto lettori
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