Flashbeing…oh no un altro social network ma anche no!

Quando nasce un nuovo progetto sul web sono sempre molto curioso. Dato che lo ho visto nascere, mi piace vedere dove va il web. Quando poi il progetto è firmato da giovani bolzanini l’interesse è ancora maggiore. Così mi sono iscritto a Flashbeing, portale che promette di raggruppare diversi social e altri media in uno solo permettendo di diminuire i tempi di navigazione sul web.

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Premetto che i social li frequento e non solo il classico Facebook, parlo di Linekdin, Twitter, Google + (ma esiste ancora), Reddit, Pinterest, Instagram, ecc. ecc.

Ognuno di questi lo uso in maniera diversa e, come spiegherò alla fine, questo è anche uno dei motivo per cui credo che Flashbeing non abbia futuro (così come si presenta ora).

Ma torniamo a noi. Flashbeing in quanto a marketing è molto accattivante. Un bel video introduttivo parla di molte cose senza però spiegare nulla. Sui giornali sono usciti diversi articoli piuttosto esaltanti sul progetto, ma si sa che spesso ai giornali basta dare un qualche comunicato stampa, dire che è tutta “roba italiana” e subito si gasano parlando di Silicon Valley Dolomitica. A suo tempo i media hanno rovinato Volunia spacciandola per quello che non è accellerando una agonia già in fase avanzata prima del lancio.

Mi registro a Flashbeing e…la prima impressione è: oh no un altro social network! Profilo, nome utente, privacy, ecc. ecc.

Già qui mi balla l’occhio destro perchè il tutto si presenta come un brutto clone di Facebook.

L’altro occhio comuncia a ballare quando mi vengono proposti degli amici. No basta! Qualcuno vuole capire che gli amici sono quelli che vedi ogni tanto, che non frequanti solo virtualmente. Vabbè inutile discutere, oggi tutti vogliono gli amici e vai di amici anche su Flashbeing. Vaglielo a spiegare che non me ne frega nulla di vedere tonnellate di contenuti relativi ad interessi di conoscenti. Il fatto che conosca una persona non vuol dire che mi interessa tutto quello che fa!

La grafica è confusa e confusionaria, eppure il trend minimal non è ancora morto.

Cercando di capire come funziona – purtroppo il marketing si è limitato alla confezione – mi rendo presto conto che si tratta in soldoni di un aggregatore di feed  che permette di likeare, commentare e ricondividere gli stessi. Cosa è un aggregatore di feed? Quasi ogni sito, portale o social network ha un feed ovvero un indice dei contenuti pubblicati. Un aggregatore miscela i vari feed in ordine cronologico permettendo di leggere un abstract di ogni articolo pubblicato.  Google Reader (pace all’anima sua) era un aggregatore di feed…e un motivo anche c’era se oggi ne parliamo al passato….ma la storia non insegna mai, sembra!

Proprio pensando all’insuccesso di Google Reader penso al successo di Reddit, aggregatore naturale “human based”. Flashbeing non introduce (purtroppo) nulla di nuovo nel panorama aggregatori e questa mi sembra una occasione sprecata.

Il grosso problema di Google Reader era la troppa informazione, oltre che un cugino scomodo di nome G+, Reddit introduce invece l’elemento umano quale filtro ai vari news feed.

Più ci smanetto dietro più mi sembra un deja-vu di vari altri portali centrifugati in maniera pasticciata e confusa.

Altro paragone è quello con Flipboard, bellissima app che permette di creare i propri magazine di news personalizzate. Ovviamente le problematiche di Flipboard sollevate da parte degli editori di contenuti si riflettono anche su Flashbeing. Se Flashbeing vive di contenuti di terzi, questi terzi che vantaggio hanno? Se la raccolta pubblicitaria (banners, ecc.) viene eseguita da Flashbeing quale è il ricavo di chi le news le produce? Flashbeing così come Flipboard è un modello destinato all’esaurimento delle risorse o alla loro valorizzazione? Se Flashbeing fa guadagni con i contenuti di terzi dovrebbe pagare i terzi o no?

Forse dietro queste domande si nasconde anche il motivo della scomparsa di Google Reader.

Ma veniamo all’usabilità...ah no parlo solo di quello che c’è non di quello che verrà.

La domanda sorge spontanea: Flashbeing serve? No se gli intenti sono quelli declamati sicuramente no. Vedere in un unico stream feeds provenienti da diversi canali non è una grande idea soprattutto perchè, a mio avviso, ogni social oggi ha una sua funzionalità e verticalità ben precisa e distinta. Noi stessi quando ci registriamo sui diversi social lo facciamo con nomi o nick diversi perché ogni attività corrisponde ad una aspetto della nostra personalità.

E’ da tempo che penso ad un post dal titolo “Uno, nessuno e centomila ai tempi dei social network” in quanto l’accostamento del concetto Pirandelliano dell’essere umano alla realtà dei social è, a mio avviso, molto adatto.

Esempio: Tumblr lo uso per uno scopo ben preciso che non ha nulla a che vedere con lo scopo per cui uso Pinterest oppure Twitter. Stesso discorso per Facebook, Reddit, Instagram e altro.

Ogni persona ha più interessi e diversi aspetti della propria personalità che spesso si riflettono in un uso diverso nei social network. Mischiarli insieme può essere confusionario e anche deleterio dal momento che si rischia un overflow di informazioni che vanno esattamente nel verso opposto dagli intendi dichiarati da Flashbeing.

Oggi i social vanno in direzione verticale e un progetto in orizzontale mi lascia un po’ perplesso.

Per concludere non ho visto nulla di nuovo in Flashbeing, ho visto un flashback di Volunia per certi aspetti e tante cose già viste per altri.

Tuttavia…e sottolineo tuttavia…io mi auguro che questo progetto decolli nel migliore dei modi perché comunque l’aproccio attivo è sempre meglio di quello passivo e comunque sia meglio fare e sbagliare che non fare nulla e accettare passivamente quello che ci viene propinato.

Pertanto bravi ragazzi e alla via così…magari aggiustando il tiro prima che sia troppo tardi. :-)

…o magari, come ormai dico sempre, forse sono io che sono troppo vecchio!

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